LCA – Il Ciclo di Vita del Prodotto

da | Mar 10, 2023 | Customer Experience, Eventi e Fiere

Nel nostro articolo sulle Tendenze Gadget per il 2023, abbiamo accennato a un argomento molto caldo: 
LCA – Life Cycle Assessment (Analisi del ciclo di vita del prodotto)

Come è emerso anche nel recente PSI, la più importante fiera europea del gadget, le principali tendenze vanno tutte nella direzione della sostenibilità, del riutilizzo, dell’ecologia

Non solo le persone, ma anche e di conseguenza le aziende, stanno aderendo sempre più alla rivoluzione green, proponendosi come realtà ecosostenibili.

Tuttavia, l’attenzione per queste tematiche e la proposta di prodotti in linea con i valori sottostanti, non è sufficiente per decretare il successo della propria campagna ecologica. 

Ed è qui che entra in gioco il ciclo di vita del prodotto. 

L’analisi del ciclo di vita studia gli aspetti ambientali e i potenziali impatti lungo tutta l’esistenza di un prodotto, dall’estrazione e acquisizione delle materie prime alla produzione, dall’uso allo smaltimento o eventuale riciclo. 

ciclo vita prodotto

Ecco le cinque fasi del ciclo di vita del prodotto:

  1. Estrazione e trasformazione delle materie prime;
  2. Confezioni del prodotto: produzione e lavorazione;
  3. Trasporto e distribuzione dei prodotti fino al magazzino;
  4. Energia utilizzata dal prodotto quando in uso: utilizzo, riutilizzo e manutenzione;
  5. Smaltimento o riciclo del prodotto e della confezione.

L’analisi del ciclo di vita (LCA) è un approccio oggettivo e utilizzato a livello globale per identificare, esaminare e valutare gli elementi pertinenti sull’impatto ambientale della produzione di beni. 

L’aspetto importante dell’LCA è che fornisce informazioni preziose su uno specifico prodotto o processo, in quanto comprende un’indagine sul carico ambientale a ogni fase di vita del prodotto. 

Vediamo le varie fasi nel dettaglio. 

Ciclo vita prodotto - Estrazione e trasformazione delle materie prime

1. Estrazione e trasformazione delle materie prime

Questa prima fase include lo studio del materiale necessario alla produzione e la sua estrazione

Ogni scelta ha un ruolo fondamentale nella definizione dell’effetto relativo a ciascuna di queste fasi. 

Ad esempio, l’utilizzo di un materiale vergine consuma un’enorme energia nella trasformazione. Un approccio alternativo sarebbe quello di utilizzare materiali riciclati

A proposito di estrazione e trasformazione delle materie prime, i metalli rari sono indispensabili per molte tecnologie “verdi”, ma purtroppo la loro estrazione ha un costo elevatissimo sia in termini economici che ecologici

I cosiddetti metalli rari giocano un ruolo fondamentale nella produzione di pannelli solari e batterie per macchine elettriche e ibride, ma sono tutt’altro che sostenibili in quanto sono risorse non rinnovabili e lavorate con alti costi per l’ambiente. 

Per ora non si è trovata una soluzione a questo dilemma…

Ciclo vita prodotto -Confezioni del prodotto: produzione e lavorazione

2. Confezioni del prodotto: produzione e lavorazione

Questa solitamente è una fase dispendiosa a livello energetico, anche se molto dipende dal tipo di prodotto.

Per esempio, nella produzione tessile, l’energia consumata nella fabbricazione di un capo di abbigliamento costituisce solo il 18% circa dell’energia totale consumata. 

Se invece consideriamo l’LCA di un vino, ci rendiamo conto che la maggior parte degli impatti ambientali avviene durante la produzione della bottiglia di vetro.

Non possiamo certo dimenticare gli strumenti tecnologici per l’informazione e la comunicazione. La fase di produzione, insieme a quella di utilizzo, ha l’impatto maggiore nel ciclo di vita. 

Per alcuni prodotti, in particolare quelli ad alta efficienza energetica e di peso ridotto, come i telefoni cellulari, solitamente prevale la produzione.

Altri prodotti, come le schede madri dei computer, hanno processi durante la produzione considerati tre i più elevati in termini di dispendio energetico. Stesso discorso vale per i display: il vetro per il tubo CRT e il modulo LCD.

La produzione di alimentatore per PC e caricabatterie per telefoni cellulari è stata identificata tra i processi che contribuiscono in modo significativo all’impatto ambientale. 

Si deduce che il fattore produzione è determinante per telefoni cellulari e computer.

Per ridurre le alterazioni sull’ambiente, le aziende potrebbero utilizzare energia rinnovabile per gli impianti di produzione. Oppure incorporare motori più efficienti, riducendo il consumo energetico durante l’uso, con conseguente riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. 

Ciclo vita prodotto -Trasporto e distribuzione dei prodotti fino al magazzino

3. Trasporto e distribuzione dei prodotti fino al magazzino

Il trasporto ha un’elevata ripercussione sulla rete logistica.

Il carico ambientale del trasporto su terra, aereo e ferroviario può essere stimato avvalendosi di specifiche metodologie di rendicontazione delle emissioni di CO2.

I dati relativi all’energia e alle emissioni del trasporto marittimo sono estremamente variabili e dipendono dalla nave, dal periodo dell’anno e dalla rotta di spedizione e devono essere forniti o convalidati dallo spedizioniere. 

Da vari studi, è emerso che il trasporto ha un effetto piuttosto basso nel ciclo di vita dei prodotti tecnologici, ad eccezione dei prodotti con peso ridotto, come i telefoni cellulari. Tuttavia, purtroppo il trasporto nel ciclo di vita dei prodotti tech è piuttosto incerto e quindi potrebbe essere sottovalutato.

È possibile sviluppare potenziali strategie di mitigazione per ridurre l’impatto ambientale, come, per esempio:

  • localizzare la produzione per ridurre la distanza di trasporto tra fabbriche e mercati;
  • collaborare con spedizionieri che utilizzano carburanti alternativi o possiedono flotte eco-efficienti per ridurre le emissioni di CO2 per km;
  • condurre studi per l’ ottimizzazione della rete della catena di approvvigionamento, scegliendo i fornitori e le sedi degli stabilimenti migliori.
Ciclo vita prodotto -Energia utilizzata dal prodotto quando in uso: utilizzo, riutilizzo e manutenzione

4. Energia utilizzata dal prodotto quando in uso: utilizzo, riutilizzo e manutenzione

Tornando all’esempio del settore tessile, durante il ciclo di vita dei prodotti la maggior parte dell’energia viene consumata nella pulizia dei capi (80% circa). Senza considerare il dispendio di energia per la produzione di detergenti. Inoltre, l’uso al consumo rappresenta il 66% dei residui solidi generati durante la vita del prodotto. 

Da questi dati è chiaro che l’impatto maggiore è da attribuire alla fase dell’utilizzo da parte del consumatore finale

Gli approcci sostenibili adottabili includono: 

  • lo sviluppo di fibre per indumenti che possono essere lavate in acqua più fredda, riducendo l’energia necessaria per riscaldare l’acqua; 
  • l’utilizzo di fibre che si asciugano più velocemente; 
  • la progettazione di abbigliamento che richiede concentrazioni inferiori di detersivo; 
  • le etichette per gli indumenti per le raccomandazioni di lavaggio e asciugatura. 

Per quanto riguarda gli strumenti tecnologici, invece, la fase di utilizzo sembra essere quella predominante nel consumo di energia e nel riscaldamento globale.

C’è molta discussione se sia predominante per il ciclo di vita del prodotto il fattore della produzione o quello dell’utilizzo della tecnologia.

L’utilizzo sembra essere prevalente nel consumo di energia e nel riscaldamento globale per molti prodotti, tra cui, per esempio, i server e i data center.

Indipendentemente dal fatto se abbia il maggiore carico a danno dell’ambiente la fase di produzione o quella di utilizzo, entrambi i fattori del ciclo di vita meritano attenzione nei tentativi di abbassare l’impatto ambientale. Impatto che dipende da molti parametri e presupposti come: 

  • la posizione (e quindi il mix elettrico), 
  • il profilo dell’utente (utilizzo totale del dispositivo, durata, ecc.),
  • i limiti del sistema (ad esempio includendo o escludendo uno schermo del PC).
Ciclo vita prodotto -Smaltimento o riciclo del prodotto e della confezione

5. Smaltimento o riciclo del prodotto e della confezione

Innanzi tutto, distinguiamo i due termini che riguardano entrambi il trattamento dei rifiuti. Lo smaltimento ha lo scopo di arrecare il minor danno possibile all’ambiente durante la sua eliminazione. Al contrario, il riciclaggio ha l’obiettivo di valorizzare i materiali di scarto dei prodotti e di introdurli in un progetto di economia circolare. 

Trascurare quest’ultima fase del ciclo di vita del prodotto equivale ad annullare tutti gli sforzi precedenti. 

Nonostante i molti progressi fatti negli ultimi anni, la fase di fine vita dei prodotti, tecnologici e non solo, è piuttosto incerta. Molti studi evidenziano il potenziale miglioramento delle prestazioni ambientali dovuto alla raccolta differenziata. D’altro canto, vi è una netta mancanza di dati sui reali flussi di rifiuti di dispositivi elettronici soprattutto e quindi una probabile sottostima dell’impatto ambientale.

Il rapido sviluppo tecnologico è fonte di variabilità dei risultati, che incidono sui processi di produzione e sui fornitori, nonché sul contenuto e sulle prestazioni energetiche dei dispositivi stessi. 

Per avere un quadro esaustivo, sarà necessario: 

  • affrontare un ampio spettro di impatti ambientali, compresi gli impatti umani ed ecotossicologici; 
  • modellare l’effettiva gestione dei rifiuti, comprendendo la gestione informale quando pertinente e possibile; 
  • considerare il comportamento degli utenti in modo realistico, tenendo conto delle ripercussioni e di altri effetti indiretti.

Un accorgimento per questa fase è quello di progettare prodotti che si possano smontare più facilmente, così che i componenti riciclabili possano essere separati prima dello smaltimento finale del prodotto rimanente.

Una buona valutazione del ciclo di vita di un prodotto consente di effettuare un confronto quantitativo delle cinque fasi, determinare dove ottenere il massimo vantaggio ambientale e monitorare l’effetto a lungo termine dei cambiamenti nella progettazione e/o nella produzione. 

Il Life Cycle Assessment è una metodologia per quantificare emissioni, risorse consumate e impatti dei prodotti sull’ambiente e la salute.

Ormai ogni prodotto tende ad avere questa indicazione, non solo perché lo richiedono la normativa e i consumatori, ma perché la sostenibilità fa bene al business. Le aziende sostenibili si dimostrano quelle di maggior successo e resilienti, anche e soprattutto in tempi di volatilità.

Tutto questo è evidenziato dalla ricerca accademica e dai risultati finanziari delle aziende stesse. Di conseguenza, sempre più aziende fanno della conformità un prerequisito per prodotti sostenibili, combinando le strategie di business e di sostenibilità e pubblicando report integrati che uniscono le diverse informazioni.

Il rispetto della legge è un prerequisito necessario per prodotti più sostenibili e un’economia veramente green!

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